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Le chiacchiere di carnevale sono il dolce tipico della festa, sono buone e croccanti e, seppur con nomi diversi, uniscono tutta l’Italia. C’è chi le chiama anche bugie, cenci, galani, frappe e chi più ne ha più ne metta, ma sono sempre loro!
Ingredienti
250 g di farina 00 (+ q.b.)
30 g di strutto
1 uovo intero
1 albume
25 g di zucchero semolato
15 g di liquore (anice, grappa, rum, moscato.. fate voi!)
Buccia grattugiata di 1 limone non trattato
1 cucchiaino di lievito per dolci
Olio per frittura q.b.
Zucchero a velo q.b. (per spolverare)
Procedimento
Sul piano di lavoro disponete la farina a fontana, poi al centro aggiungete lo strutto, le uova, lo zucchero, il liquore, la scorza del limone, un cucchiaino di lievito per dolci, e amalgamate energicamente con le mani fino ad ottenere un composto omogeneo.
Una volta pronto l’impasto, avvolgetelo in uno strato di pellicola trasparente per alimenti e lasciatelo riposare in frigorifero per 30 minuti.
Trascorso il tempo, dividete la pasta in più parti e iniziate a lavorare ognuna singolarmente. Appiattite leggermente una prima porzione con il palmo della mano, poi infarinatela e stendetela con il tirapasta impostato sullo spessore più largo.
Ripiegate verso il centro i lati corti della striscia di pasta ottenuta, dopodiché tiratela nuovamente impostando ogni volta il tirapasta su uno spessore sempre minore, fino a raggiungere i 2 mm. Eseguite lo stesso procedimento su tutte le porzioni di impasto. (Più volte si ripiega la pasta, più l’impasto tenderà a riempirsi di bolle!).
Con l’aiuto di una rotella a taglio smerlato tagliate la pasta della forma che più preferite, quadrati o rettangoli, triangoli o rombi, poi su ciascun pezzo di pasta praticate due tagli centrali, paralleli al lato lungo.
A parte, in una padella, portate l’olio alla giusta temperatura e friggete i dolcetti fino a quando avranno un colorito dorato.
Una volta pronte, fatele sgocciolare sopra della carta da cucina, e prima di servirle sul piatto di portata cospargetele con tanto finissimo zucchero a velo.
